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Volodie, l'indimenticato chansonnier della Guerra Fredda


Guardando verso Est, esiste un movimento cantautorale completamente sconosciuto.

Le canzoni di Vladimir (detto Volodie) Vysockij sono rimaste quasi dimenticate, tranne all’interno di una breve parentesi, nel 1993. Quando ricevette (postumo) il Premio Tenco e uscì un album straordinario con il contributo di grandi colleghi italiani (tra cui Finardi e Ligabue) e le traduzioni di Sergio Secondiano sacchi.

Figlio di un colonnello dell'Armata Rossa, ebreo d'origine, e di una interprete russa, in seguito al divorzio dei genitori nel 1946 segue il padre che viene trasferito in Germania e che ha una nuova compagna armena. Nel 1949 la famiglia torna a Mosca dove frequenta un gruppo di teatranti. Dopo le superiori vorrebbe seguire una formazione artistica ma su richiesta dei genitori si iscrive al corso di ingegneria, che pure abbandona quasi subito. Entra allora in un istituto di teatro dove segue corsi di canto.

Nel 1960 si sposa con una compagna di corso dalla quale divorzia l'anno dopo. Nello stesso anno, dopo un incontro con il poeta e cantante Aleksandr Galič, inizia a dedicarsi alla chitarra e a cantare canzoni su diseredati (galeotti e malavitosi). Comincia pure la sua esperienza come attore. Nel 1961 scrive la sua prima canzone. In questo periodo cominciano a circolare sue registrazioni artigianali su cassetta, benché rimanga sconosciuto al pubblico.

Nel 1963 si sposa per la seconda volta, con l'attrice Ljudmila Abramova, e dedica molte energie allo scrivere canzoni e comporre musiche. Nel 1964 viene assunto al teatro Taganka non tanto per le sue doti di attore quanto per la sua fama di cantante[1]. L'anno seguente diviene un importante attore del Taganka e viene pubblicato il suo primo disco con le musiche della colonna sonora del film Verticale.

Nel 1967 conosce sul set di un film l'attrice francese di origine russa Marina Vlady (Marina De Poliakoff-Baidaroff), che sposerà il 1º dicembre 1969[2].

Eventi politici nell'Unione Sovietica portano a misure che ostacolano l'attività di artisti non sufficientemente ligi alle direttive governative. Vysockij viene boicottato e non viene ammesso all'Unione degli scrittori.

Nel 1970 viene pubblicata la nota canzone "La caccia ai lupi" (Ochota na volkov). Nel 1975 ottiene (grazie al fatto di essere sposato con una straniera, Marina Vlady, iscritta al Partito Comunista Francese) il passaporto e può viaggiare all'estero, ma non approfitta mai di tale libertà per scappare oltre la cortina di ferro.

Nel 1979 rischia di morire per crisi cardiaca, dovuta pure ad eccessi alcoolici ai quali si aggiunge la dipendenza dalla morfina.

Il 25 luglio 1980 muore per arresto cardiaco e ai suoi funerali svoltisi a Mosca partecipano centinaia di migliaia di persone, malgrado la notizia fosse stata taciuta dalla stampa. (fonte wikipedia)


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