top of page

Balena Blu incontra... Tiziana Rivale


Ha deciso di dedicarsi personalmente alle sue produzioni, in Italia, ma soprattutto all'estero, dove ha potuto spaziare e sbizzarrirsi in vari generi cantando in ben sei lingue.

Una Tiziana Rivale ben diversa da quella eternamente dipinta come quella di "Sarà quel che sarà", che, se pur vincendo un'edizione del Festival di San Remo, dichiara che le sue prime incisioni non sono mai state una sua scelta...

1) Tiziana, tu nasci dal blues, dalla musica nera, poi il rock… Spiegami come sei finita a San Remo con una canzone pop?

Io da piccolina ascoltavo normalmente alla radio le canzoni straniere, i Genesis, i Pink Floyd quando ancora non c’era internet. Ascoltavo i Led Zeppelin, Aretha Franklin, tutta la musica blues e la black music. Mi ha sempre attirato, la mia gavetta si è sviluppata così. Poi ho fatto un bel percorso di rock in Italia e in parte dell’Europa, per me era normale cantare in quel genere, cantavo in inglese nelle discoteche e mi sentivo a mio agio. Di seguito ho lasciato la mia band per continuare da solista, e da Parma dove abitavo sono venuta a Roma. Qui un produttore mi ha proposto di incidere delle canzoni scritte apposta per la mia voce che erano : “L’amore va”, “Serenade”, brani che propose di comprarne il Master alla WEA, che decise poi di provare a lanciarmi. Mi chiesero se volevo provare a partecipare ad una gara di Domenica In per poter accedere poi a San Remo, oppure fare Discoring, che era un passaggio promozionale, ma finiva lì. Io per prima cosa domandai se la gara di San Remo fosse pulita, ma non me lo potevano garantire…era il 1982. Partecipai a “Tre voci per San Remo”, e da lì scelsi il mio futuro, la gente mi votò da casa, e vinsi il mio posticino a San Remo. Per me era già tanto, perché sapevo che a San Remo era già tutto combinato, i discografici facevano un discorso di business, gli artisti non vengono spesso tenuti in considerazione. Ho partecipato e vinto con un brano pop cosa però che non avrei voluto fare. Non lo sentivo per me, non mi rappresentava, ma sono stata obbligata a farlo per contratto a malincuore, era per me troppo facile, come cantare per lo Zecchino D’Oro. Io venivo da canzoni più impegnative, ma ha funzionato ed è andata bene.

2) Non tutti sanno, specialmente i giovani,che hai lavorato con il grande Gino Bramieri per tre stagioni consecutive in un tour comico musicale. Cosa ti ha lasciato questa esperienza?

Sono ricordi buoni, è stato un periodo d’oro della mia gavetta. Eravamo stati ingaggiati da Elio Gigante, l’impresario di Bramieri e Mina. Abbiamo fatto un tour d’estate nei posti più belli, dal Casinò di Campione d’Italia, al Bussoladomani, in quest’ultimo sono stata sette volte in tre anni, nell’ultima serata di Mina, c’eravamo noi, lei incise il suo ultimo album dal vivo. Ho dei bellissimi ricordi di Gino Bramieri, era eccezionale, sia umanamente che artisticamente.

3) Cosa significa per te cantare?

Cantare è segnale di vita.Già da piccola io provavo piacere nel cantare, e sapevo che sarei diventata cantante, non volevo fare altro. Quando lo dicevo mi prendevano un po’ in giro, era come dire che da grande avrei fatto l’astronauta, non ero credibile, ma io sono testarda, e contro il volere di tutti ho seguito il mio istinto ed ho fatto quello che tanto desideravo.

4) Hai cantato in tanti paesi del mondo, quindi mi pare di capire che ti senti più artista del mondo che italiana.

Assolutamente sì, più internazionale, è un po’ stretto questo modo di dire "all’italiana", non mi ci sento. Ho sempre ascoltato musica di tutti gli stati del mondo, infatti ho inciso in varie lingue. Mi piace scoprire tutto ciò che i paesi offrono, le varie tradizioni, gli usi, conoscere gente nuova e le loro lingue. E’ una cosa che mi viene naturalmente da dentro senza aver studiato, io sono autodidatta, mi spiace dirlo, ma lo sono.

5) Quale delle lingue in cui canti ti permette di esprimere meglio ciò che vuoi trasmettere?

Da sempre l’inglese, che è molto naturale per me. Mi piacciono anche il francese, lo spagnolo, l'arabo e il greco. Ovviamente non conosco l’arabo e il greco, ma ne ho imparato la dizione da maestri. Molto mi ha aiutato lavorare con Paolo Limiti nel suo programma dal 1997 al 2003, sei anni magnifici con una persona straordinaria, un vero pozzo di cultura. Mi ha insegnato a cantare di tutto anche se già mi piaceva farlo, ma mi sono perfezionata.

6) Cosa pensi della situazione musicale artistica attuale italiana, e soprattutto vorrei sapere se trovi differenza in confronto a quella di altri stati europei o del mondo.

C’è differenza. Qui è un po’ ferma la cosa, quasi in uno stato di coma. Non c’è motivazione per gli autori scrivere cose nuove e belle, si rifanno sempre a cose già sentite, cercano di copiare e diventano brutte copie. Io mi sono un po’ dissociata dal sistema italiano, lavoro soprattutto per l’Europa e per l’America del nord. Ho dei buoni agganci, mi invitano quindi ci vado.In Europa ho case di incisione straniere che mi producono dischi all’estero.

7) Infatti questa mia prossima domanda riguarda questo argomento. In una tua recente intervista hai espresso un dispiacere a proposito della capacità di ascolto del pubblico italiano, lamentando proprio il fatto che chiede di ascoltare sempre le stesse canzoni, dando poco spazio a cose nuove. A cosa attribuisci la presenza di questo fenomeno?

Gli addetti ai lavori dovrebbero aggiornarsi, parlo principalmente delle televisioni, tv nazionali. Le radio invece, ritengo siano già più avanti. Come te, per fortuna ci sono anche altri che fanno questo tipo di interviste proprio per informare sull’attuale realtà degli artisti. Meno male che alcune radio aprono gli occhi e si informano, mentre gli addetti ai lavori televisivi lasciano molto a desiderare. Le tv non sanno che adesso lavoro all’estero e faccio cose di altro genere, mi chiedono sempre la stessa canzone da anni, ed io rifiuto gli inviti, dico loro di mandare in onda delle repliche. Non ha senso!!!

8) Ci sono però artisti che si stanno ribellando a questi condizionamenti, ad esempio Gianni Togni, oltre che a Sergio Caputo. Specialmente Togni che si sta promuovendo facendo il giro di tutte le radio, anche le più piccole per portare avanti questa battaglia contro i media, volendo farsi conoscere con i suoi nuovi lavori, raccontando anche quello che hanno fatto artisticamente in questi anni di assenza apparente. Qualcosa cambierà?

Sono d’accordo con loro, bravi, per aver avuto il coraggio! Perché bisogna cambiare le cose, ribellarsi per non subire. Il pubblico è attento, i funs sono molto informati, ma gli addetti ai lavori no.

9) Tu hai dedicato una canzone Marilyn Monroe… Dove nasce l’idea, e perché?

L’abbiamo avuta io e il mio grafico attuale che è Luigi Piergiovanni. Due anni fa mi disse: ”Facciamo una cosa dedicata a Marilyn Monroe per i 50 anni della sua morte, giriamo un bel video e lo mettiamo su You Tube”. La cosa mi è piaciuta, perché ho sempre amato questo personaggio, con il suo carisma e la sua fragilità, la sua storia mi ha sempre ispirato tenerezza. Abbiamo girato questo video in una villa con un bravissimo regista che è Evandro Mariucci. Questa ballata l’ho scritta proprio pensando a lei, dedicata alla sua vita professionale e intima. E’ stato un bell' omaggio, ho visto che è stato di buon gradimento su You Tube, e sono molto contenta. L’ho inserita anche nel mio ultimo CD.

10) Parliamo di “Babylon”, il tuo nuovo lavoro, con canzoni incise in ben 6 lingue, e qui si capisce la passione per le diverse lingue straniere. Perché “Babylon” come titolo?

Perché anticamente a Babilonia regnava il caos, e perché le persone capiscano che Dio creò vari suoni, tante lingue, perché potessero confrontarsi tra di loro e farsi capire. Da qui la scelta.

11) Hai qualche altro progetto o desiderio, qualcosa di nuovo che vorresti realizzare?

Diciamo che già una volta al mese incido per l’estero, e tengo tutto aggiornato sul mio profilo facebook, più di ciò che faccio davvero non potrei. Insegno canto alla Star Rose Accademy dalle suore orsoline, dove il direttore artistico è Claudia Koll. E’ una persona molto seria a dispetto di ciò che qualcuno pensa, cioè che questa sua conversione sia una bufala. Bisogna conoscerle le persone, lei ha una convinzione religiosa da credente, che bisogna rispettare, fa il suo lavoro in modo pulito, vero, e sereno. Claudia insegna recitazione perché ha una buona scuola col metodo Strasberg, abbiamo 10 materie per gli alunni, e non sono poche, tra le quali la danza, recitazione e musica. Una scuola molto completa, c’è teatro, presenza scenica, trucco, inglese e dizione. Tutto questo a Roma in zona Monte Mario, poi c’è la Clatro Shool, che è un’altra Accademia, ma diversa, dove insegnano a suonare vari strumenti musicali, dove mi hanno invitata a insegnare canto agli alunni piccoli che vogliono imparare a cantare. Alterno le registrazioni per l’estero con le mie lezioni di canto, e sono contenta così, spero solo di poter continuare. Mi occupo inoltre di volontariato per la salvaguardia degli animali, ho una pagina sociale su facebook, e mi impegno a far da tramite per le adozioni degli animali maltrattati e abbandonati. Mi piacerebbe avere uno zoo dove poter accogliere tutti gli animali in difficoltà, purtroppo non ne ho lo spazio. Ci sono tante petizioni, ed io le firmo tutte per poter punire quelle persone che fanno cose indicibili. Sono una specie di giustiziere degli indifesi.


bottom of page