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Balena blu intervista... Alberto Radius


1) Chi sarebbe Alberto Radius senza la sua chitarra?

Un uomo di fatica, ma senza la chitarra non posso proprio stare, lei è il mio “hobby-lavoro”. Me ne hanno già portate via 12, sono entrati nel mio ufficio anni fa, e se le sono prese. Sono abbastanza arrabbiato, erano pezzi rari, da collezione.

2) Si è reso conto di cosa è stata ed è la sua carriera artistica e del suo successo?

Il successo comincia tutti i giorni, lo si deve continuamente coltivare, sempre attenti che funzioni. E’ un grosso peso, bisogna stare sempre all’erta. Io però mi diverto, il mio lavoro è svago per me, lo è sempre stato, da 55 anni a questa parte, proprio da quando suono la chitarra.

3) Lei ha collaborato con tantissimi artisti di grande fama…

Quale l’ha emozionata di più?

Le direi una bugia se le rispondessi, mi emoziono poco io. Ho lavorato veramente con tutti, ma mi emoziono solamente quando suono cose mie.

4) Tra questi, un certo Lucio Battisti….

Ho lavorato quattro anni con Lucio, fino all’incisione di “Una donna per amico”, poi lui è andato in Inghilterra, ed io non l’ho seguito perché avevo la famiglia qui.

A volte si devono fare delle scelte, e gli artisti cambiano spesso collaborazioni. In seguito ho fatto i primi cinque album con Franco Battiato, che hanno venduto nove milioni di copie.

5) Vorrei che ci raccontasse qualcosa di curioso di Lucio Battisti.

Dicevano tutti che fosse un taccagno, invece non era vero, quando si andava a mangiare, non potevamo nemmeno parlare, era già tutto pagato. Poi c’è quel fatto della foto con la mano alzata, per la quale è stato etichettato come un fascista. Lui, mentre era al pianoforte, ha alzato la mano per indicare l’alt, per ricominciare da capo, è stato fotografato proprio lì, e da allora, per tutti era di destra, mentre era un uomo completamente apolitico.

6) Tra le molteplici collaborazioni, ho scoperto anche quella con Pierangelo Bertoli

Sì, ho fatto il primo album di Bertoli “Eppure Soffia”. L’ho iniziato a dire la verità, non ho potuto finirlo per problemi gravi di famiglia. Era un personaggio senza dubbio meraviglioso, un grande artista. “Eppure Soffia”, ancora adesso quando si sente fa una certa impressione. Mi ha fatto molto piacere partecipare alla sua registrazione.

7) Tanti successi…uno spiacevole insuccesso?

Ci sono dei pezzi negli album che non fanno successo, che non sono di punta e vengono dimenticati subito. Io non scrivo per Al Bano, non me ne voglia, anzi, ma fa musica di genere più popolare. E’ un carissimo amico, e gli ho anche regalato l’introduzione di “Nel Sole”. Io invece faccio canzoni non proprio politiche, ma che raccontano un po’ quello che succede in Italia. Tutti hanno paura di parlare di queste cose…

Questa estate ho presentato una canzone al festival di San Remo che narrava di John, il primo americano al quale hanno tagliato la testa, ne parlavo in maniera poetica, il testo era fantastico!

Mi hanno chiamato a Roma e mi hanno detto che era perfetto, però poi non li ho sentiti più. La spiegazione è stata che quest’anno l’argomento era “l’amore”, ma lì, di amore, ce n’era tanto!

Una canzone contro l’ISIS, ma non dimentichiamoci che è solo il risultato di anni di maltrattamenti che l’occidente ha fatto al mondo orientale, scaturito dalla guerra della Palestina contro Israele.

8) La sua canzone dava fastidio come i testi di Pierangelo Bertoli allora?

Esatto!!!

9) Quando è stato l’incontro con Riky Portera, e la decisione di collaborare con lui?

Noi ci conosciamo da una vita, abbiamo fatto un sacco di serate con “La notte delle chitarre”, era costituita da un gruppo di 7-8 chitarristi. C’era gente molto brava, ed un gruppo che ci accompagnava.

10) Quindi è nato “Una sera con Lucio” …

Si, è il nuovo album che ho fatto con Riky, praticamente lui canta i pezzi di Lucio Dalla ed io quelli di Lucio Battisti. Ogni tanto però ci confondiamo, ci scambiamo i brani. Noi abbiamo una voce totalmente diversa, quindi si nota la differenza anche perché lui ha un altro modo di suonare la chitarra molto diverso dal mio. Mi piace molto unire queste diversità, il pubblico apprezza e ci accoglie nelle serate in modo eccellente.

11) Un altro dei suoi ultimi lavori “Banca D’Italia”, con una copertina molto particolare…

La copertina me l’ha regalata Red Ronnie, è una foto che ha fatto alla stazione di New York. Ci sono delle labbra umane sfasciate ai lati che rappresentano l’Italia, ed un barbone che dorme sdraiato su di un trolley che siamo noi…il popolo ridotto alla fame.

12) E’ una provocazione quindi…

Sì, ma con la musica si provoca proprio poco.

13) Cosa bolle in pentola?

Uscirà un nuovo CD, penso a settembre. Ci saranno dei rifacimenti dei miei pezzi più interessanti, non dei più belli, ma quelli che mi richiede il pubblico, quelli più cliccati. Poi ci saranno cinque brani nuovi.

Purtroppo con la scomparsa di Oscar Avogadro di quattro anni fa, ho perso, oltre che un amico, anche un collaboratore eccezionale, lui era davvero un poeta. Ho trovato però tre parolieri, uno di Milano, uno di Caserta ed uno della Sardegna che ora stanno lavorando per me. Non si può mai sapere quello che succederà dei pezzi, è sempre una sorpresa. In questo periodo storico è molto difficile lavorare, ma cela faremo…senza dubbio.

Attualmente sono in vacanza in Calabria, nella mia casetta al mare. Avevo in programma due serate, una a Pasqua ed una a Pasquetta a Varese e Venezia, ma il tempo non ci ha aiutato, e le abbiamo spostate, con i contratti a lungo termine è sempre un problema.

14) Erano eventi con Riky Portera o si esibisce ancora con la Formula3?

La Formula3 non esiste più. Esiste un gruppo da tre anni che si chiama ”Alberto Radius e la sua Formula3”. Questo nome perché il gruppo l’ho fondato io quarant’anni fa, poi, Gabriele se ne è andato via, e nel ‘90 mi sono rimesso assieme a Tony. Ad un certo punto però, abbiamo capito che non ci divertivamo più, ed era diventato un problema.

Ora ho due gruppi, uno appunto quello sopra citato, l’altro con Portera che è un’altra cosa.

15) Prossimo evento?

A Milano, il 16 aprile al Memo Restaurant. Lì ci sarà il “Radius Club”, io sarò lì col mio gruppo, e poi inviterò altri gruppi di ragazzi, e dei gruppi particolari…

Voglio unire creare varie contaminazioni per vedere cosa succede, unire queste diversità


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